La sicurezza alimentare: HACCP e UNI EN ISO 22000:2005
Diego Cariolato e Lucia Volanti – consulenti GÉODE
La sicurezza in ambito alimentare negli  ultimi anni è sentita dall’opinione pubblica e dai consumatori come esigenza  sempre più crescente e che si concretizza in una maggiore richiesta di  informazione e garanzie di prodotti sani e di “qualità”.
Lo  scenario attuale si è delineato con l’intervento dell’Unione Europea e con la pubblicazione del Libro Bianco sulla Sicurezza Alimentare, avvenuta nel 2000. 
L’intento della Commissione  Europea era quello di raggruppare una serie di misure atte a soddisfare  l’esigenza di garantire un elevato livello di sicurezza nei prodotti alimentari. 
Temi principali di  questi interventi sono stati: 
- l’istituzione di un’Autorità Alimentare (E.F.S.A. con sede a Parma) che fornisca pareri scientifici indipendenti in base ai quali la Commissione stessa possa legiferare;
- la gestione dei sistemi di allarme rapido e la comunicazione verso i consumatori.
Ma in particolare l’obiettivo  principale era quello di creare un nuovo quadro giuridico che coprisse l’intera  catena alimentare (dalla fattoria e dal campo alla tavola), compreso il settore  dei mangimi per l’alimentazione animale e che attribuisse in modo chiaro la responsabilità primaria di una  produzione alimentare sicura alle industrie, ai produttori e ai fornitori.
    Per questo motivo oggi le imprese del settore  agroalimentare sono soggette a pressioni sempre più crescenti, sia legislative,  sia in seguito alle richieste di sicurezza e garanzia dei prodotti alimentari  dei consumatori finali.
Ma cosa si intende  per sicurezza alimentare?
    La sicurezza alimentare comprende la buona  qualità di un cibo o di una bevanda sotto il profilo igienico e sanitario.
    L'obiettivo  è quello di salvaguardare i necessari requisiti di salubrità del prodotto.
    L'adozione di prassi idonee a cogliere questo  obiettivo riguarda i produttori dei generi alimentari ma anche a tutti coloro  che intervengono nei successivi passaggi e/o intermediazioni che l'alimento  subisce fino all'acquisto da parte del consumatore finale (a questo proposito  si parla di tracciabilità di filiera).
    Gli strumenti utili a raggiungere il  risultato possono essere molteplici: taluni risultano obbligatori per legge,  altri possono essere comunque opportunamente osservati anche se non imposti  legislativamente.
    Alla prima categoria appartiene l'insieme di misure  chiamate comunemente HACCP.
    Alla seconda categoria appartengono tutte le  altre misure adottate volontariamente, tra le quali molte sono state riassunte  e codificate nello standard UNI EN ISO  22000:2005 con cui è possibile certificare  la rintracciabilità nelle filiere agroalimentari.
    Vediamo brevemente nel dettaglio.
HACCP
    Il sistema nasce dall'esigenza di garantire  la salubrità degli alimenti e disciplina l'igiene e l'autocontrollo nelle  industrie alimentari.
    Tale sistema mira a valutare in ogni fase  della produzione i possibili rischi che possono influenzare la sicurezza degli  alimenti, attuando in questo modo misure preventive, senza concentrare  l'attività di controllo solo sul prodotto finito. Lo scopo è quello di  individuare le fasi del processo che possono rappresentare un punto critico e  per far ciò deve essere monitorata tutta la filiera del processo di produzione,  trattamento e distribuzione dell'alimento. 
    Chi deve ottemperare agli obblighi  dell’HACCP?
    Tutte “le industrie alimentari” e cioè ogni  soggetto pubblico o privato, con o senza fini di lucro, che esercita una o più  delle seguenti attività: la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione,  il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la  manipolazione, la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione, di  prodotti alimentari. 
    Dal 2006 anche le aziende che hanno a che  fare con i mangimi per gli animali destinati alla produzione di alimenti  (produzione delle materie prime, miscele, additivi, vendita, somministrazione).
UNI EN  ISO 22000:2005  
    La norma volontaria specifica i requisiti per  un Sistema di Gestione della Sicurezza Alimentare per tutte le organizzazioni della filiera alimentare per dimostrare la propria  capacità di controllo dei pericoli sulla sicurezza alimentare in modo da  assicurare che gli alimenti siano sicuri al momento del consumo umano.
    Questa  norma è lo standard fondamentale per i sistemi di gestione della sicurezza nel  settore agroalimentare ed è basato sui principi dell’HACCP ed è allineato con  le norme UNI EN ISO 9001 e UNI EN ISO  14001 (qualità e ambiente). Fornisce inoltre con sistematicità gli strumenti per la  produzionedi alimenti sicuri al momento del consumo:l’azienda  che la ottiene la certificazione dimostra così la sua capacità di identificare  e controllare i pericoli insiti nella sua attività.
    Può essere adottato da tutti gli operatori  della filiera alimentare, non solo direttamente coinvolti nel processo di  produzione degli alimenti, ma anche indirettamente coinvolti (ad esempio  produttori di imballaggi, servizi di pulizia e derattizzazione, servizi di  ristorazione, ecc). 
    I vantaggi per un’azienda del settore  agroalimentare di ottenere la certificazione secondo la norma UNI EN ISO 22000:2005  sono principalmente:
- consentire a tutte le aziende, coinvolte in modo diretto o indiretto nella filiera, d’identificare con precisione i rischi cui sono esposte e di gestirli in modo efficace;
- prevenire il verificarsi di incidenti lungo tutta la filiera e poter valutare la conformità in campo normativo.
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